SOS ANCE per le richieste del Governo all’Europa
- 15 Giugno 2020
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Il presidente Giuseppe Piana: «A Catania e in Sicilia rimborsi Iva troppo lenti. Continueremo a batterci per la sopravvivenza del comparto»
CATANIA – «Qualora venisse confermata, la proroga che il Governo ha chiesto all’Europa sarebbe un’entrata a gamba tesa nei confronti delle imprese edili. Piuttosto che aiutarle, si spingerebbe il sistema verso il fallimento, specialmente in questo momento difficile». Questo il commento del presidente Ance Catania Giuseppe Piana, in merito alla richiesta di proroga dello split payment che il Governo avrebbe avanzato a Bruxelles.
«Con questo provvedimento l’Amministrazione Pubblica non pagherebbe l’Iva alle imprese appaltanti. La proroga oltre il 30 giugno – sottolinea Piana – non garantirebbe liquidità a molte imprese già in difficoltà per la crisi causata dalla pandemia e dal fermo delle attività. Centinaia di realtà imprenditoriali, quindi, sarebbero costrette a chiudere i battenti. Sarebbe come avere la coperta troppo corta – continua Piana – da un lato sono arrivati gli aiuti richiesti, come lo sblocco del Sal (Stato Avanzamento Lavori) che ha garantito la sopravvivenza del comparto, dall’altro è stato chiesto un sistema di liquidazione che remerebbe contro la ripresa».
«La proroga – precisa il presidente di Ance Catania – si aggiungerebbe a problemi burocratici già esistenti. Sarebbe solo un ulteriore colpo di grazia. Sono anni che Ance si batte per l’eliminazione di una norma che, con la scusa di voler combattere l’evasione, drena 2,5 mld l’anno alle imprese. Con la fatturazione elettronica, che consente di controllare in modo preciso e capillare i versamenti, è infatti venuta meno anche la motivazione originaria, quella che cinque anni fa aveva determinato l’adozione della misura e che per Bruxelles avrebbe dovuto avere carattere transitorio».
«A Catania e in Sicilia, inoltre, tale misura avrebbe un impatto ancora più devastante, considerando che i rimborsi Iva arrivano anche dopo diversi anni. Un lasso temporale più ampio rispetto al nazionale (mediamente 63 settimane), che diventa ancora più scoraggiante a confronto con l’Europa (16 settimane). Questa decisione – continua Piana – va contro ogni promessa presente nei programmi elettorali delle forze di maggioranza e a quelle fatte ripetutamente dal premier Giuseppe Conte. Continueremo a batterci come facciamo ormai da diversi anni. La proroga sarebbe la finale, oltre che illegittima mazzata, per il comparto delle costruzioni già da anni gravemente in crisi».